Prima di tutto è necessario chiarire la differenza fra Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) e Coltivatore Diretto (CD).
La figura dell’imprenditore agricolo è oggi descritta nel decreto legislativo 228 del 2001
Oltre a questi due requisiti, l’imprenditore agricolo deve essere in possesso delle qualifiche professionali necessarie per portare avanti la sua attività agricola.
In linea generale, sono riconosciute come competenze professionali necessarie tre anni di lavoro in un’azienda agricola, oppure il possesso di un titolo di studio come una laurea o un diploma superiore ad indirizzo agrario o assimilabile. Il riconoscimento di status di imprenditore agricolo è utile ai fini della tassazione e delle agevolazioni regionali.
L’imprenditore agricolo è obbligato all’iscrizione al registro delle imprese. L’iscrizione va presentata entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
La modulistica predisposta è divisa in due tipi, a seconda se a presentare l’istanza è una persona fisica o una società. I modelli possono essere scaricati dal sito dell’ Agenzia delle Entrate oppure dal sito delle Finanze.
Da ricordare che ogni attività agricola ha un codice identificativo ATECO. L’imprenditore commerciale è obbligato all’uso dei libri contabili. Gli imprenditori agricoli singoli e le società agricole semplici non hanno l’obbligo di tenere le scritture contabili (art. 2214).
La figura professionale del coltivatore diretto è un lavoratore autonomo impegnato nella coltivazione diretta di unterreno agricolo. Il fondo non necessariamente deve essere di proprietà, può essere affittato e la normativa comprende anche le attività di allevamento.
Per essere riconosciuti tali e per poter essere iscritti nell’appositasezione dell’I.N.P.S., il coltivatore diretto deve impiegare un minimo di 104 giorni lavorativi all’attività e deve essere svolto con abitualità e prevalenza. I lavori necessari devono inoltre esse svolti dal nucleo familiare per almeno un terzo.
Per l’iscrizione negli elenchi dei coltivatori diretti è necessario presentare all’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) un apposito modello denominato CD1 (dichiarazione aziendale relativa alla conduzione d’impresa diretto coltivatrice (art. 14 della Legge 233/90) entro 90 giorni dalla data d’inizio attività.
Quindi tale figura sociale è riconosciuta a chiunque svolga abitualmente e manualmente la propria attività agricola, di allevamento e attività connesse, a condizione che sia in grado di assicurare, da solo o con il proprio nucleo familiare, almeno un terzo della forza lavoro complessiva richiesta dalla normale conduzione, a qualunque titolo (proprietario, affittuario, usufruttuario, enfiteuta, dell’azienda agricola.
Il coltivatore diretto, a differenza di un imprenditore agricolo professionale che si avvale di manodopera salariata, impiega nella conduzione del suo fondo esclusivamente o prevalentemente manodopera familiare.
Se per il CD ci vogliono 104 giornate per lo IAP le cose cambiano.
La legislazione ha fissato per un lavoratore agricolo monte ore annuo di 1800 ore, quindi per uno IAP 900 ore(50% del proprio tempo lavorativo), che corrispondono a 140 giornate.
Il requisito del tempo dedicato risulta dalle dimensioni delle coltivazioni e/o dagli allevamenti a cui si dedica il richiedente; attraverso le “tabelle regionali dei valori medi di impiego di manodopera”, che riportano il fabbisogno di manodopera per ettaro di superficie o per capo allevato espresso in giornate/anno.
Nel caso l’azienda sia ubicata in Zona Svantaggiata, la percentuale del fabbisogno di manodopera è ridotto al 25 % (quindi 450 ore, che corrispondono a 70 giornate).